È sempre bello fare interviste con persone interessanti. Talvolta capita di arrivare a ottime idee solamente perché qualcuno è capace di farti le giuste domande.
A proposito di domande ed interviste, qualche volta ascolto podcast Italiani.
“Storie di brand” ad esempio ha una voce narrante molto bella.
Si tratta della voce di Max Corona.
Conoscevo la sua voce, ma non avevo idea del suo volto, almeno fino a quando non l’ho incontrato al Marketers World 22.
Max, assieme al team di Vois, era all’evento per registrare un podcast dedicato al Marketers World e alle tanti voci che si sarebbero alternate sul suo palco.
Durante la chiacchierata che abbiamo fatto davanti ai suoi microfoni siamo finiti a parlare di progetti imprenditoriali e di startup.
Ecco…
Nel proprio percorso imprenditoriale può capitare di mettersi assieme ad altre persone appassionate ad un’idea per cercare di trasformare quell’idea in un business.
Capita però altrettanto volte che dopo qualche mese il progetto fallisca senza trovare un lieto fine.
I motivi sono tanti, ma quello principale sono le persone.
Le persone possono avere idee diverse, valori diversi, vedute diverse.
Troppo spesso si finisce per separarsi non tanto per l’idea in sé ma per l’incapacità del team di rimanere unito abbastanza a lungo per trovare la strada vincente.
Il problema di molti giovani imprenditori è che si innamorano delle idee, ma non appena le idee divergono o dimostrano di non funzionare il team finisce per sciogliersi.
Demotivazione, malintesi e screzi sono spesso dietro l’angolo.
Anche in Marketers abbiamo lanciato infiniti progetti, fallendo miseramente a nostra volta.
La nostra fortuna però è che noi non siamo innamorati delle nostre idee o dei nostri prodotti, siamo invece innamorati del nostro team e della nostra community.
È molto diverso.
Noi non ci chiediamo mai come creare il prodotto perfetto.
Ci poniamo invece due domande differenti:
Come possiamo risolvere i problemi della nostra community?
Come possiamo proteggere e far prosperare il nostro team?
Sul punto uno c’è poco da discutere, si tratta della base di un buon lavoro imprenditoriale.
Il secondo punto invece sfugge a molti.
Ecco, su questo credo che in Marketers siamo riusciti a fare una cosa che non viene facile a molti.
Cosa?
Semplice… lavorare con amici, innamorandosi del proprio team invece delle proprie idee, giorno dopo giorno.
Ovviamente richiede una dose di pazienza infinita, oltre alla capacità di mettere da parte il proprio ego.
Questo però è anche ciò che ci consente di rimanere uniti, di andare avanti sebbene le difficoltà, di essere scoglio contro tempesta.
Nessuno di noi preso singolarmente è poi così forte, ma la somma dei singoli e l’appoggio di ognuno rende forte l’intero ecosistema che abbiamo creato.
Questa cosa non ha mai smesso di meravigliarmi.
Ogni volta che si chiude un lancio di progetto, un evento o un periodo difficile c’è sempre qualcuno che si prende il tempo di dire grazie.
Quando i giochi si fanno difficili non c’è mai chi urla nella stanza supponendo di avere ragione. È una continua ricerca della verità, svolta assieme in sinergia.
La fiducia e i valori comuni vengono messi prima del profitto, prima del successo, prima dell’ego.
Ecco… io penso che la fortuna di Marketers non stia tanto nel suo marketing, ma in quello che noi chiamiamo invece “Marketers Family“.
Domani potrebbero fallire i nostri attuali prodotti, potremmo chiudere alcune delle nostre aziende o cambiare completamente mercato.
Ma una cosa su cui sono certo è che saremmo sempre pronti a iniziare nuovamente da zero, purché tutti assieme, appassionatamente.
Il mio consiglio quindi è quello di essere ossessionati dalle persone.
Nutrite, rispettate e supportate chi vi sta a fianco.
Non innamoratevi dei prodotti o del successo.
Innamoratevi invece del vostro team.